Sinossi
Con i 34 documenti contenuti in questo volume termina l’edizione del codice Duplicatum. A questi atti non è stata in origine assegnata una numerazione nello schema generale poiché non hanno riscontro né su Vetustior e Settimo né tantomeno sul Liber A, la seconda parte del quale si è andata formando in parallelo con Duplicatum stesso.
Un primo gruppo di 13 documenti, che si collocano cronologicamente tra il 1133 e il 1295, è trascritto da Rolandino de Riccardo, alla cui mano, come è noto, si deve quasi per intero la stesura del registro. La redazione rolandiniana si interrompe a c. 450: sulle carte successive, ma anche su altre sporadiche rimaste in bianco all’interno dei fascicoli precedenti, si susseguono i restanti 21 documenti, redatti in originale o trascritti in copia da diversi notai a partire dal 1311.
Come di consueto gli atti esemplati da Rolandino derivano da antigrafi di diversa natura: sei documenti sono copia di originali di diversi notai, tre sono estratti da cartulari, uno deriva da un registro delle sentenze e infine due provengono da libri iurium deperditi.